Match Frame #6

Benvenute e benvenuti al nuovo appuntamento con Match Frame - la newsletter di Montatori Anonimi.

Come avrete intuito, Match Frame non è una newsletter periodica… E noi avevamo bisogno dell’afa estiva per rimetterci in sesto.

Ma in questo lungo intervallo di tempo trascorso dal precedente numero, diverse cose sono successe. Alcune belle, alcune tristi, altre preoccupanti. Ma qui non parleremo dei colpi di mano del governo per mettere mano al Centro Sperimentale - ma la buttiamo lì, per ricordare che gli allievi del Centro Sperimentale di Cinematografia sono in agitazione da alcune settimane. Siamo qui per parlare di montaggio e di post-produzione, e lo facciamo innanzitutto ricordando Arthur Schmidt, che è scomparso il 5 agosto all’età di 86 anni.

Nella sua carriera, Schmidt ha vinto due premi Oscar per il miglior montaggio: Chi ha incastrato Roger Rabbit (1988) e Forrest Gump (1994). Ha collaborato a lungo con Robert Zemeckis con cui ha montato, tra gli altri, Contact (1997), Cast Away (2000), Le verità nascoste (2000 - eh già, lo stesso anno!) e, soprattutto, la trilogia di Ritorno al Futuro - oltre a gioiellini come La morte ti fa bella (1992), il mitico Fandango (1985) e Io, Beau Geste e la legione straniera (1977) di Marty Feldman. Schmidt ammetteva di cambiare il suo approccio al montaggio in base al tipo di film su cui stava lavorando: “Lascio che a guidarmi siano il film e la storia”. Qui trovate una puntata di Art of The Frame a lui dedicata. E dunque grazie per tutto, Artie, e ci rivedremo nel futuro!

E ORA… SOFTWARE!

Conoscete già EditingTools? Be’, se non lo conoscete, rimediate e non potrete più farne a meno. Non sappiamo nemmeno da dove cominciare per descrivere questo coltellino svizzero della post, ricco di strumenti di cui nemmeno pensavate di avere bisogno. Dovremmo intitolare una sala montaggio agli autori di questo sito, grazie al quale potrete - per fare alcuni esempi - generare ogni tipo di letterbox con canale alpha (o rimuoverli da un’immagine!); generare watermark personalizzati; generare slate e tracking markers; convertire markers di ogni NLE in diversi formati; convertire EDL in cvs o in xml; generare cue sheets; creare VFX Shot List; convertire timecode partendo da una lista o da un file; generare un timecode sul quale prendere appunti che potranno poi essere esportati come pdf, cvs o importati in tutti i NLE… Gli strumenti sono tutti gratuiti e per la maggior parte di essi non è nemmeno richiesta un’iscrizione.

Nato nel 2020 da una piccola società di Colonia, Germania, EditingTools.io è gestito da 6 freelance nel loro tempo libero, e oggi conta oltre 100.000 utenti mensili da oltre 130 paesi. Alcuni servizi, tra cui la traduzione automatica di sottotitoli, il cut-scene detector e il text-to-speech, richiedono un’iscrizione, sempre gratuita. L’iscrizione è richiesta anche per la condivisione di link - generati in modo casuale e della durata di pochi minuti al massimo, in modo da proteggere il più possibile il loro contenuto, anche perché i file condivisi non vengono conservati all’interno dei server ma soltanto nella cache. Ci fermiamo qui, ma sul serio vi consigliamo di salvare EditingTools.io tra i vostri preferiti.

Anche perché a breve potrete averne bisogno per convertire i vostri progetti Avid in qualcos’altro…

Avid Media Composer

Le voci di una sua possibile vendita si erano diffuse già prima dell’estate suscitando preoccupazione. E adesso pare sia questione di settimane: Avid Media Composer sarà molto probabilmente venduto. Il che non è necessariamente una buona notizia. Anche perché l’acquirente è STG, un fondo di investimento privato che ha fatto un’offerta di 1.4 miliardi di dollari. E i fondi di investimento questo fanno: capitalizzano.

Se consideriamo che, in base a uno studio pubblicato ai primi di agosto da Devoncroft - un importante fornitore di ricerche di mercato - Avid Technology intero vale molto meno di ciascuna delle sue parti, ovvero di storage, video e audio prese separatamente - quest’ultima la sezione più stabile da un punto di vista finanziario e dunque anche la più appetibile perché gli utenti di ProTools sono molto fedeli e garantiscono una crescita costante negli investimenti e negli introiti, mentre la parte storage e la parte video sono le meno stabili: nel primo caso perché altre aziende offrono prodotti più competitivi da un punto di vista tecnologico ed economico, nel secondo perché già da alcuni anni, con la diffusione di altri NLE, la sua clientela è andata costantemente diminuendo. Come scrive Scott Simmons, i montatori non se ne rendono conto, ma Media Composer rappresenta una piccolissima fetta degli introiti di Avid Technologies. E dunque la possibilità che Media Composer possa essere ceduto e riscritto, magari per renderlo più attraente a un mercato consumer come è successo a Final Cut Pro, pare essere concreta.

Seguiremo la vicenda e cercheremo di capire. Intanto forse conviene cercarsi un’alternativa, mentre c’è chi su Twitter (X?) festeggia domandandosi se, finalmente, STG sarà in grado di migliorare il Title Tool.

DaVinci Resolve

È uscito il nuovo aggiornamento di DaVinci Resolve, che festeggia così la release 18.6. Bene, direte voi, ma perché questa notizia dovrebbe occupare più di una riga (del resto la versione precedente era la 18.5…)? Perché questo aggiornamento migliora, tra le altre cose, la possibilità di marcare con parole chiave - keywords - il girato. È senz’altro vero che questa funzione esisteva già in DaVinci 15, ma era macchinosa e assai limitata, sia nell’inserimento delle parole chiave che nella ricerca attraverso.

Nella nuova versione è stato inserito un Keyword Manager nel quale si possono inserire parole-chiave nuove oltre a quelle già presenti nel database, e a nove di esse - le “preferite” - possono essere assegnate alcune combinazioni di tasti. Possono essere quindi creati degli smart bin cui attribuire una parola-chiave.

Le ultime novità di Blackmagicdesign non si limitano al Keyword Manager - noi abbiamo voluto semplificare descrivendo quella che ci sembrava più interessante e innovativa per l’approccio al montaggio. In realtà vi consigliamo di tenere d’occhio il loro sito, arricchito costantemente (oltre che di preziosissimi tutorial) di nuovi prodotti. Come Blackmagic Camera, la nuova app per iOS che pare davvero stupefacente. Insomma, Blackmagicdesign sta veramente tentando di imporsi come un solido ed essenziale attore all’interno della post-produzione.

Quando viaggiate non sapete dove conservare tutti cavi e adattatori che accompagnano il vostro Mac - e per i quali avete speso un capitale, forse più del computer stesso? Ecco un comodo porta-cavi da viaggio in forma di libro, piccolo ma pieno di elastici e scomparti adatti a contenere tutti gli oggettini senza i quali il MacBook è poco più di una macchina da scrivere (senza polemica, eh).

E ORA… HARDWARE!

Giusto un annuncio di pubblica utilità. Se usate un disco SanDisk Extreme, un SanDisk Pro SSD o un WD My Passport SSD, oltre a pentirvi dell’acquisto appariscente e forse eccessivo, vi conviene controllare il numero seriale attraverso questo sito e verificare che il vostro hard disk non abbia bisogno un update del firmware. Sempre che non abbiate già dovuto imprecare per la perdita dei dati che avete salvato al suo interno considerando con soddisfazione che quello sarebbe stato il vostro unico e costoso backup.

Scrive Ars Technica che, sebbene la SanDisk ammetta problemi solo con i modelli da 4TB, sono anche quelli da 2TB a smettere improvvisamente di funzionare, a cancellare i dati al loro interno, a formattarsi all’improvviso. La situazione è preoccupante, mentre disturbante è l’atteggiamento di SanDisk, che fino ad ora ha minimizzato rifiutandosi di discutere di eventuali rimborsi o sostituzioni dei prodotti difettosi nonostante la loro stessa policy lo imponga. Molti su reddit dichiarano che più che il problema in sé è la risposta della casa madre a far riflettere sull’eventualità di acquistare ancora in futuro prodotti SanDisk o Western Digital. Noi ci sentiamo di raccomandare attenzione negli acquisti di SSD, che sembrano tanto affidabili ma in realtà non pare lo siano davvero. Alcuni test effettuati da Blackblaze mostrano come la differenza tra HDD e SSD in termini di resa, durata e affidabilità non giustifichi la marcata differenza di costo tra i due supporti. Sicuramente entra in gioco il fattore velocità di scrittura, che a questo punto diventa l’unica discriminante. Considerate inoltre l’impossibilità di risparmiare nell’acquisto di un disco solido. Anzi: evitate di comprare dischi che sembrino delle offerte incredibili: in questo articolo di The Verge si racconta di alcune truffe che hanno come oggetto proprio alcuni SSD “travestiti”.

Da parte nostra, non possiamo non insistere sul backup. Anzi, sulla regola del backup 3-2-1. In una delle prossime newsletter ne parleremo, magari con una digressione sui migliori sistemi per fare un backup cloud, sicuro e affidabile.

Per questo numero è tutto. Anche stavolta vi salutiamo con una cosa bella: una fotografia di Blanche Sewell al montaggio di The Wizard of Oz (1939)